La bambola da trucco assassina

La bambola da trucco assassina“Ne abbiamo trovato un altro”.
Era la terza volta nell’ultima settimana che mi svegliavo con la voce dell’agente Smith. Le sue telefonate a notte inoltrata stavano diventando più precise della mia radiosveglia. “Stanza 14, Titty Twister Hotel”.
Era sempre stato telegrafico, l’agente Smith, ma ultimamente stava esagerando, oppure conoscendo le mie incazzature mattutine cercava di limitare i danni. Sotto casa c’era già l’auto di servizio che mi aspettava. 20 minuti ed eccolo lì, il Titty Twister: albergaccio dietro la stazione, meta di adulteri senza soldi e puttane con sorpresa. Nella stanza 14 la solita scena, un corpo senza vita e il sorriso beffardo della bambola, appoggiata con grazia sul tavolo davanti allo specchio. Smith cominciò a fare rapporto. “Questa volta è una donna signore, presenta ferite ai polsi e alla gola e ha una forbice conficcata in piena fronte.” Mi ero già infilato i guanti. Al sentire la parola forbice di scatto presi la bambola e l’aprii. Mancava la forbice. Avrei preferito mancasse la bambola, o meglio quella bambola, un’assurda borsettina a forma di geisha, con dentro strumenti per far belle le signore. Era l’unica cosa che collegava le morti, la bambola. Sempre presente sulla scena del crimine, sempre chiusa e con tutti i pezzi a posto tranne uno. Questa volta era la forbice, ma due giorni prima avevamo trovato un uomo con la limetta per le unghie dentro un occhio. Gli aveva bucato il cervello. La bambola era in bagno, chiusa sul lavandino. Nel weekend era toccato a una ragazza: si era strappata la lingua con la pinzetta ed era morta affogata nel suo sangue. La bambola era abbarbicata su una mensola, quasi volesse vegliare dall’alto con il suo sorriso falso. Nessun elemento in comune tra le vittime, nessun movente, nessuna impronta digitale. Niente di niente. Solo quella fottutissima bambola trucco o come si chiama. Neanche il luogo dove era stata acquistata sembrava fornire indizi: degli anonimi mercati di quartiere. Mi trovavo a un punto morto e senza idee, indeciso se andare a casa e scolarmi una bottiglia di rhum o andare al pub a bere whisky. In ogni caso avevo bisogni di spunti creativi. Ma all’improvviso eccola, l’illuminazione! A fine giornata, senza farmi notare presi la bambola e me ne andai a casa.
Era notte.
Ne abbiamo trovato un altro”.
Avevo fatto più fatica del solito a trovare il telefono al buio questa volta, ma la voce di Smith l’avevo riconosciuta subito. Puntuale un’altra volta pensai.
“Dove questa volta?”
Bourbon Street 18
Ma è il mio indirizzo! A che piano?” Click. Smith aveva già riagganciato. Corsi alla finestra, non c’era nessuna auto della Polizia. La mia illuminazione si era rivelata vincente, anche se in quel momento fare da esca non mi sembrava più una così grande idea. Avevo sentito la porta che si schiudeva, Smith era già entrato in casa. Eccolo, quel cazzo di psicopatico in divisa! E io non avevo fatto in tempo a recuperare la pistola.
“Sapevo che eri stato tu!” cominciai a urlare. “Ho controllato i turni e tu eri di pattuglia nei mercati dove le bambole sono state acquistate. Hai seguito le vittime e le hai uccise, tutti aprirebbero la porta a un poliziotto!”
Smith non diceva una parola, mi fissava con gli occhi sbarrati. Notai che non aveva neanche la pistola di ordinanza. “Gran trovata teatrale la bambola trucco – cercavo di prendere tempo -  ma non si può uccidere veramente in quel modo e indisturbati senza lasciare tracce, dimmi come hai fatto!” Smith era impassibile, statuario. Dopo qualche secondo di silenzio Smith iniziò a sussurrare.
Non hai capito” aveva una voce diversa dalla sua, sembrava quella di una vecchia fumatrice incallita.
“Prima di tutto sono una bambola per fare la manicure, poi non è Smith a uccidere, sono io che gli dico dove trovare le vittime. Oggi tocca a te
Stack.
Questo fu l’ultimo suono che sentii. Era la bambola in cucina che si apriva da sola.

Lorenzo

1000611_366039016863798_1291399103_n Scheda oggetto
Nome: Bambolina per manicure
Età: 6 mesi
Taglia: S
Residenza: mensola
Segni particolari: ha la memoria di una geisha

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Un commento

  1. Per gli appassionati di gialli è una storia davvero carina, le geishe hanno sempre un aspetto enigmatico, bene aver utilizzato la bambola!

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